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OBER-NAV KAOS MUNDI 2° raid (la tetralogia dell' aria)

Io e Hakeya stavamo sulla terrazza del bar dell' hotel, avevamo trovato come procurarci quello che ci serviva per ripartire, avevamo tutto tranne i mezzi di trasporto, e la città più vicina era lontene...tanto lontana che a piedi non ci si poteva arrivare.
La città come ho detto non era grande, forse non arrivava a 10.000 abitanti, apparentemente non aveva contatti all' esterno, tutto si svolgeva tra di loro in città, era li che producevano tutto quello che serviva, la città era fornita di negozi di ogni tipo, io ne approfittai per entrare in un discount per comprare un quaderno...sopra al quale in seguito avrei scritto quello che state leggendo.
Faceva contorno alla città la zona delle officine, era qui che producevano le auto, i bus, i tram-way, i camion, le moto, tutto funzionava a batterie, impossibile usare uno qualsiasi di questi mezzi per lasciare la città, l' autonomia non era sufficiante, neanche a portarsi delle batterie di scorta...ce ne volavano troppe...abbandonammo l' idea di "AFFITTARE" un qualsiasi, mezzo, anche utilizzandolo al massimo per percorrere la maggior distanza possibile prima di abbandonarli e...proseguire a piedi...verso la prossima città...con il rischio di perdersi, restare senza viveri, senza sapere cosa avremmo trovato...saremmo potuti morire tutti prima di arrivare.
Cercavo di annegare la sensazione di disagio con una birra...e qui quando chiedi una birra te la portano in un bicchiere da 50 cl e la birra che c'è dentro fa trà i 7 e i 9 gradi.

Gli occhi tristemente rossi di Hakeya erano puntati su di me ma...guardava nel vuoto, come se non fossi li, come se il suo sguardo potesse vedere oltre il mio corpo, come se potesse vedere l' energia contenuta nel mio corpo, come se potesse esplorarla, sensazione per sensazione, dolore, rabbia, amore gioia, noia, disperazione, angoscia, odio, rancore, e quella sensazione di freddo che ti prende quando sei trà la gente e ti senti diverso...come siamo tutti diversi...tutti tranne noi.
Ordinai un altra birra, era la settima, dal principio del mattino, oggi avevo cominciato presto, non avevo chiuso occhio in tutta la giornata, Hakeya mi raggiunse che erano più delle 10, si era appena svegliata, aveva dormito...lei...come un angelo bianco su un talamo...che da una pace effimera...un amaro risveglio...dopo la dolcezza del sogno.
Ingollai dunque la mia 7tima birra, posai pesantemente il bicchiere sul bancone del bar e...lo spinsi verso il barman che lo riempi`senza dire una parola, credo che avesse paura di noi...,.
E come dargli torto, provate a immaginare che sbarchiamo nel vostro quartiere, io Hakeya e tutti gli Hinabitanti del Kao§...360 personaggi che sembrano usciti dai peggiori incubi di MAD-MAX...
Come dargli torto ???...,.e noi eravamo solo 59, 59 persone qui ad OBER-NAV

Dopo la zona destinata alle officine c'era la zona agricola, campi e serre, allevamenti di bestiame, era da qui che venivano tutti i prodotti alimentari, il bestiame veniva prodotto in quantità non superiore al fabisogno della città, le nascite erano controllate per mezzo dell' inseminazione artificiale, tutto veniva selezionato con cura, credo che analizzassero ciascun spermatozoo destinato alla fecondazione, tenete conto che ne basta uno...uno tra migliardi...,;
Allo stesso modo erano controllate le nascite della popolazione, non una persona in più o in meno per ciascun incarico, la nascita era prevista in anticipo, era scelta la coppia in cui sarebbe nato o nata, erano già decisi anche quali studi avrebbe fatto il nuovo nato , e quale posto avrebbe avuto nella società.
Hakeya continuava a penetrarmi con il suo sguardo...non dissi niente e continuai a pensare...eravamo ancora liberi prigionieri in questa città...sulla riva di un grande lago...,.

Dopo tre giorni non avevamo ancora trovato una soluzione...eravamo forse fottuti ?
come direbbe Bucowsky (noto etilista) " quando sei veramente nella merda succede sempre qualcosa che ti tira fuori" e qualcosa si presento`a noi...
Un uomo scarno direi sulla 70ntina, capelli corti ormai bianchi, l' uomo aveva la faccia lunga, le guance cadenti gli davano l' aspetto di un basset-hound e i suoi occhilo confermavano, portava una camicia bianca pantaloni e giacca neri come la sottile cravatta che pendeva sotto il suo pomo d' Adamo, dalle maniche della giacca uscivano 2 mani scarne con le dita scheletriche, la pelle coperta di lentiggini e macchie gialle...sulla sua pelle bianca...come quella di un cadavere.

L' uomo entro`nel bar e venne diretto verso di noi, non perse tempo a salutare, poso`la 24 ore che portava con se sul tavolo, la apri`e tiro`fuori dei fogli rilegati con una spirale di plastica, richiuse la valigetta con uno scatto e poso`il rilegato sul tavolo...

Ho qualcosa da farvi vedere...se mi permettete...e la sua voce era fiera...perchè parlava di libertà...ci avvicinammo per vedere quello che voleva farci vedere, e vedemmo...vedemmo la libertàe la libertà aveva la forma di un dirigibile, un enorme dirigibile che ci avrebbe portati lontano da questa città...sulla riva di un grande lago...ci avrebbe portati sempre più vicini alla nostra meta...la ,nostra città...,.
In verità vi dico...che il primo giorno ero uscito solo per fare un giro...per avere un po' di svago, mai avrei pensato che sarebbe diventato un racconto da scrivere su intrnet...,.

L'uomo scarno ci fece una breve spiegazione, poi ci disse che sarebbe passato a prenderci l' indomani, alla luce del sole tutto ci sarebbe stato più chiaro.

Veremo...dissi io? vedremo domani...,.

Era venuto il momento di sederci tutti insieme per valutare e decidere per il meglio, qualcuno fece notare che sul dirigibile saremmo stati prigionieri come lo eravamo stati nel sommergibile...,.

Vero, dissi io, ma prigionieri o no eravamo pur sempre arrivati a destinazione e...non sarebbe stato di certo un vecchio osso da morto a tenerci in scacco...anche se sospesi nell' aria.
E cosi`l' ora venne e il veccio si presento`per portarci al dirigibile.

Salimmo in macchina, insieme a noi c'era un anziana signora che si presento`come la moglie del vecchio osso da morto,
Un terzo ospite viaggiava insieme a noi, era di circa 30 anni più giovane della coppia di rinsecchiti...era il figlio...,.
Questo non assomigliava ne al padre ne alla madre, ma tenete conto che prima di essere loro figlio era uno spermatozoo selezionato dalla banca dello sperma...per una fecondazione perfetta.

Ci dirigemmo verso la zona delle serre e la attraversammo, fino a che...vedemmo l' hangar, era alto più di sessanta metri e lungo più del doppio, a la to c'era la casa dove vivevano i tre.
Entrammo nall' hangar con la macchina e...lui era davanti ai nostri occhi.
Ci fermammo a pocghe decine di metri dalla scala che ci avrebbe condotto a bordo del dirigibile.
All' interno uno zona era riservata alle cabine e le ampie stive ci avrebbero permesso di caricare attrezzature varie e scorte alimentari sufficenti per tutto il viaggio, dopodiche passammo alla sala macchine, il vecchio ci spiego`il suo ingegnoso sistema di propulsione.
Si basava su un unico motore elettrico che faceva girare l' elica, lo stesso motore metteva in funzione due dinamo che producevano energia sufficente a ricaricare le batterie...l' unico modo di sapere se funzionava era mettersi in viaggio e...sperare.

Gli operai stavano facendo i test di messa a punto di tutto il sistema operativo del dirigibile, sarebbe stato pronto in sette giorni.
Ci mettemmo tutti al lavoro per preparare una lista di quello che ci serviva per affrontare il nostro lungo viaggio e senza perdere tempo cominciammo a ordinare il materiale, non ci furono problemi per ricevere il tutto, una parte ci fu consegnata l' altra andammo a recuperarla personalmente, 7 giorni dopo il tetto dell' hangar era stato tolto e noi eravamo tutti a bordo, finalmente saremmo partiti

Una volta raggiunta la quota stabilita per la navigazione impostammo le coordinate per raggiungere la città della quale non sapevamo neanche il nome nel pilota automatico e...il dirigibile comincio`a girare su se stesso...giro`fino ad arrestarsi e...dopo un minuto di pausa, pausa interminabile, una di quelle pause in cui capisci che un minuto passato seduti su un bracere ardente è disperatamente più lungo dello stesso minuto passato in compagnia della persona che amiamo, e cosi`dopo 60 interminabili secondi cominciammo ad avanzare nell' aria...verso la nostra ignota destinazione e...potemmo brindare felici al varo di questo dirigibile;;;?;

Stavamo passando sopra il lag, dall' alto si potevano vedere i branchi di pesci brillare alla luce dei raggi del sole, sorvolammo una grande isola apparentemente disabitata, o meglio gli animali che potevamo vedere assomigliavano a delle giraffe, c' erano anche dei rinoceronti, elefanti e branchi di gazzelle, sembrava di stare in Africa

La traversata sul lago era durata diverse ore ed infine il sole tramonto`su questo grande lago, e il lago divento`rosso...rosso comeil sangue;;;,;poi fù il giorno...e la luna si presento`a noi...in tutto il suo pallore.

Ci abbassammo a una 20ntina di metri da terra, fermammo l' elica e ancorammo il dirigibile, infine ci chiudemmo nelle nostre cabine e dopo una doccia ristoratrice io e Hakeya ci mettemmo finalmente a letto...per dormire...,.

Ma porcamiseria !!! ma come cavolo fai a dormire con un pezzo di fica cosi`nel letto...certo che poi se mi metti anche le mani li...! guarda che c'è gente che legge...aspetta almeno che finisco il paragrafo !....Nooo!!!!! ma cos'è questa fretta...!!!

Quando ci svegliammo il sole era già alto, dopo una buona colazione ognuno era al suo posto, pronti a partire.
Continuammo a sorvolare il lago per almeno un ora, poi il lago divenne una palude...ricca di canneti, e infine arrivammo a sorvolare una fitta foresta di mangrovie...tanto vasta che quando fini`il sole stava calando...insieme agli ancoraggi del dirigibile, un altro giorno era terminato e noi tutti eravamo sospesi...a decine di metri da terra...vivevamo tutti nell' aria...l' aria di OBER-NAV

Il mattino seguente eravamo tutti pronti al levar del sole, e fù esattamente al sorgere del sole che partimmo, sotto di noi una brughiera ricca di erica si estendeva a perdita d' occhio.
Dopo tre ore circe di volo ci fu un avaria, si trattava delle batterie, a quanto pare si stavano scaricando prima del previsto, dovevamo fermarci quindi ! ...ci abbassammo per ancorare il dirigibile, ci abbassavamo avanzando nella brughiera.
Si ergeva davanti ai nostri occhi...a prima vista sembrava un picco di montagna che si alzava da terra, decidemmo di avvicinarci mentre continuavamo a perdere quota,
In effetti si trattava di un picco ma...sulla roccia era stata costruita una torre altissima, ci portammo a qualche centinaio di metri dalla costruzione e posammo gli ancoraggi del dirigibile.
Scendemmo a terra per andare a vedere se questa torre fosse anche abitata, dovevamo comunque restare fermi a causa dell' avaria, ci voleva tempo per ripararle e per ricaricare le batterie...nell' attesa bisognava pur far qualcosa...,.

Scendemmo a terra io e Hacheio, insieme a noi una decina di ragazzi robusti ci scortavano, nel caso che....
In pochi minuti arrivammo alla base del picco, la torre aveva dimensioni sproporzionate, almeno 20 volte più grande del faro che avevo acceso nella città dei morti, nessuna strada portava alla base della porta, dovemmo scalare sul picco per raggiungere la base della torre, e una volta arrivati girammo intorno al suo perimetro, senza trovare nessun entrata, Hakeya mi fece notare che c' era una finestra facilmente raggiungibile...scalando il muro della torre, e cosi`facemmo.
Le grosse pietre usate per costruire la parete erano degli ottimi appugli, arrivammo alla finestra senza troppa fatica, ed entrammo...,...in una stanza vuota.
Attraversammo l' enorme stanza vuota, era fredda e umida, tanto umida che del muschio verde e dei licheni color giallo di Napoli si erano formati lungo le pareti interne, arrivammo infine alla grande porta al fondo della sala, davanti a noi un ampio corridoio, lungo le pareti delle colonne sfilavano, con una sfera appoggiata alla sommità, alla fine del corridoio un altra porta introduceva in un altro salone, al centro una piramide alta circa 5 metri, vuota all' interno, vi si poteva accedere attraverso una fenditura a forma di triangolo, all' interno della piramide un cubo era posto al suo centro esatto e sul cubo una sfera, il tutto era stato ricavato scavando e levigando un unico pezzo di roccia nera;
Girammo per le stanze vuote della torre fino a quando il sole comincio`a calare, e prima che tramontasse eravamo tornati a bordo del dirigibile, l' avaria era stata riparata e le batterie si stavano ricaricando, cio`significava che quando il prossimo sole si sarebbe levato...anche noi avremmo preso quota e saremmo infine ripartiti...verso una città sconosciuta...della quale ignoravamo tutto...anche il nome...,.

Cosi`quando ancora il sole si stava levando sulla brughiera riprendemmo la navigazione, dopo diverse ore arrivammo ad una catena montuosa, non senza difficolta ci alzammo ad una altezza tale da riuscire a passare al di sopra delle vette delle montagne e passammo dall' altra parte, dove una zona boscosa stava sotto di noi, intanto il sole era quasi calato, un altro giorno di riposo ci attendeva, e riposammo fino a notte fonda...quando il sole è alto...allora riprendemmo la navigazione.
Sorvolammo per ora la zona boscosa fino ad arrivare ad un piccolo lago, ci fermammo...per mettere tutti i piedi perterra, dopo qualche ora di svago ritornammo a bordo del sommergibile, nelle nostre cabine, in attesa del prossimo sole.
Una volta il sole levato, togliemmo gli ancoraggi e riprendemmo il volo.

Attraversammo una prateria sconfinata prima di vedere...la città...
eravamo infine arrivati a destinazione, e fu la buona situazione per brindare...alla nostra buona sorte.
posammo gli ancoraggi a qualche km dalla città, scendemmo a terra e continuammo a festeggiare, era il nostro ultimo giorno di viaggio verso la città sconosciuta, l' ultimo giorno prima di ripartire...verso le nostre case...scavate nella roccia...nel sottosuolo di OBER-NAV

Festeggiammo fino a quando la luna fu alta nel cielo, poi tornammo alle nostre piccole cabine, ad attendere il nuovo sole e saremmo potuti entrare nella città...chissà com' era ?...,.

Ci svegliammo quando il sole spunto`all' orizzonte per prepararci, ci accostammo alle mura che contenevano la città, ci abbassammo a poche decine di metri dal suolo, posammo gli ancoraggi e calammo le scale.
Una decina restarono a bordo, io e gli altri ci dirigemmo verso la porta che si apriva nelle mura...facendo vedere le case che stavano dentro.

Arrivammo alla porta in una decina di minuti ed entrammo in questa città, di cui ignoravamo il nome
Dall' altra parte della porta una vasta piazza si stendeva davanti a noi, una piazza con un mercato.
Attraversammo la piazza sfilando tra le bancarelle, frutti, spezie e stoffe colorate erano esposte per la vendita, e noi...avevamo un carico d' oro sul dirigibile.

La città assomigliava ad una vecchia città indiana, l' odore delle spezie e dell' incenso impregnava i muri delle case lungo le vie, odore di cibi esotici usciva dalle taverne affollate, gli abitanti vestivano con lunghe vesti, come i sai dei frati...solo più colorati, la città era enorme, impossibile girarla tutta in poche ore.

Facemmo degli acquisti, soprattutto provviste per la sera, cominciavano a scarseggiare...
Tornammo al dirigibile per cucinare il cibo comprato e decidere come organizzarsi per il giorno dopo,

Passammo la serata a fare una lista di quello che ci sarebbe servito, soprattutto provviste, il viaggio era ancora lungo e ci servivano scorte alimentari e acqua potabile.

Una volta stilata la lista ci dividemmo in gruppi, ogni gruppo si sarebbe occupato della sua parte della lista, in questo modo avremmo risparmiato tempo.
Una volta consegnate le liste ai rispettivi gruppi andammo a dormire, un altro sonno ci separava dal domani, anche questa giornata era finita, fortunatamente senza incidenti e la luna splendeva alta nel cielo, e la sua luce illuminava questa terra, la terra di OBER-NAV.

Ci alzammo che il sole era già alto nel cielo, tornammo alla città e comprammo le scorte che ci servivano per continuare il viaggio, finimmo di caricare tutto verso il tramonto poi... tornammo in città, in giro per le locande a gustare i cibi locali, gli alcool e tutto il resto.
Festeggiammo degnamente il nostro ultimo giorno nella città...della quale ignoravamo il nome,

Al sorgere del sole avremmo levato gli ancoraggi e saremmo partiti, per il nostro terzo viaggio attraverso l' aria di OBER-NAV,
Ma questo...è il prossimo racconto

Tag(s) : #litterature
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